ABRACADABRA – incantesimi di Mario Mieli [#studio5]
L’educazione del bambino e della bambina
Irene Serinii
ideato messo in scena e prodotto da Irene Serini, Caterina Simonelli, Anna Resmini, Luca Oldani, Christian Tubito, Maurizio Guagnetti, Compagnia IF Prana
con il sostegno di Residenza Artistica Olinda e Teatro della Tosse
IL PROGETTO
Mario Mieli fu filosofo, poeta, attivista e attore, morto suicida a trent’anni nel 1983.
Un personaggio scomodo e dimenticato in Italia, quasi rimosso, ma studiato nelle università di Francia, Germania e Stati Uniti per i suoi rivoluzionari scritti che anticipano di quarant’anni gli studi sull’identità di genere e la sessualità. Abracadabra – incantesimi di Mario Mieli è un percorso teatrale diviso in tappe, chiamate studi, che porta in scena il pensiero rivoluzionario di Mario Mieli, la sua indagine sul difficile rapporto con la femminilità, propria di ogni essere umano, con l’identità di genere e con il desiderio represso.
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Così come il cerchio può quadrare, anche il quadrato può circolare?
Abracadabra – incantesimi di Mario Mieli è un progetto che indaga le geometrie dello spazio per scoprire nuove geometrie possibili nel cervello. I primi tre studi sono legati alla figura del cerchio, simbolicamente legata alla rivoluzione del cosmo. Il quarto studio vede in scena il triangolo, che nell’immaginario collettivo è legato al potere, divino e non solo. Questo quinto studio “fa quadrato”, porta in scena la figura geometrica a cui si associa la solidità, la costruzione, l’evidenza.
I primi tre studi sono monologhi, il quarto studio è un dialogo a due, questo quinto moltiplica i presenti, quattro sono infatti i performer presenti in scena, madri, padri, figli e figlie di se stessi, incarnazione degli angoli e dei lati di quel quadrato che si prova non solo a costruire ma anche a far circolare.
Cosa significa educare? Chi è autorizzato a farlo? A cosa veniamo educati?
Queste le domande che si fa il quinto e ultimo studio di Abracadabra. Lo studio che ancor più dei precedenti si propone di non essere nostalgico nei confronti di Mario Mieli e del suo vissuto, ma di usare la sua persona ed il suo pensiero per indagare noi stessi, oggi. Per rispecchiarci, riconoscerci e provare a evolvere dall’organizzazione binaria su cui si fonda il nostro universo sociale. Affrontare il pensiero di Mieli in merito all’identità di genere e alla sessualità ci costringe a entrare in un luogo in cui Eros e Thanatos si uniscono, facendo deflagrare l’ordine imposto dalla normativa vigente. Come educarci alla caduta? Al crollo gioioso di sovrastrutture che ci dividono in maschi da una parte e femmine dall’altra? Come vedere nel crollo una nascita, e la costruzione di qualcosa?