REBECCA
Uno spettacolo al buio
di e con Marco Pasquinucci
a cura di Officine Papage
da La Vita Accanto romanzo di Mariapia Veladiano
adattamento e regia Marco Pasquinucci
voci di Ilaria Pardini, voci di Ilaria Pardini, Cecilia Vecchio, Emanuele Niego, Caterina Simonelli
Rebecca parla calma, anche se siamo al buio hai la sensazione che ti guardi negli occhi. Rebecca sorride, sceglie le parole giuste. Rebecca non ha timori: racconta la sua storia, con pazienza, con cura, con grazia. A volte Rebecca è poesia.
Rebecca è una donna brutta, proprio brutta. Non è storpia, per cui non fa nemmeno pietà. Ha tutti i pezzi al loro posto, però appena più in la, o più corti, o più lunghi o più grandi di quello che ci si aspetta. L’elenco non ha senso, non rende. E poi sente gli odori, tutti gli odori, come gli animali. Una bambina, una donna poi, una storia, un segreto di famiglia inconfessabile.
Lo spettacolo nasce da una riduzione drammaturgica del romanzo La vita accanto di Maria Pia Veladiano (esordio dell’autrice, Premio Calvino 2010, finalista al premio Strega 2011).
Protagonista dello spettacolo è la storia, narrata in prima persona, in bilico tra un appassionante giallo e lucida, tagliente poesia. Nel nostro allestimento la voce di Rebecca è quella di un uomo.
Nella versione on line (che ha ridefinito completamente il progetto di allestimento) il riferimento principale è l’immagine di una stanza al buio. Una stanza dove il pubblico è invitato a entrare e partecipare alla narrazione nel buio, quel buio “buono” (come la protagonista stessa lo definisce) che permette a Rebecca di proteggersi dal giudizio (e permette al pubblico di concepire la sua “bruttezza”) e raccontarsi in una confessione delicata, voluta, necessaria.
Lo sviluppo dello spettacolo avviene sulla piattaforma digitale Zoom, attraverso la condivisione di un link per l’accesso all’evento. Ai partecipanti viene raccomandata la connessione (computer, tablet o smartphone) tramite auricolare. Ogni spettatore, preferibilmente, dovrebbe avere un proprio collegamento e una propria cuffia, per instaurare una relazione più intima.
L’invito che noi rivolgiamo è quello di partecipare alla performance in una stanza buia della propria casa, o in un luogo “significativo” per lo spettatore (al riparo dai troppi rumori).
Una volta avvenuta la connessione, una breve accoglienza a cam accese segue l’ingresso nella stanza virtuale. La cam dello spettatore viene spenta e Rebecca accoglie il pubblico nella sua “stanza buia”. Il microfono dello spettatore resta aperto per la durata di tutta la performance.