Love Songs in the Dark
Lorenzo Montanaro, Luigi Mariani
Quando tutte le luci si spengono, è allora che inizi ad ascoltare per davvero. Il buio può essere una coperta, un custode silenzioso, complice di piccoli e inconfessabili segreti. In questo caso, ad agire nell’oscurità sono due contrabbandieri di suoni, due che del buio hanno una certa pratica, essendo musicisti con disabilità visiva. Questa condizione li ha portati a vivere ed esplorare la musica da una prospettiva particolare. E le loro esperienze ci ricordano che, a volte, magari in una sera di penombre, sotto stelle reali o soltanto immaginate, può essere bello socchiudere gli occhi e lasciarsi prendere per mano, scoprendo che il buio non fa poi così paura, anzi…
Love Songs in the Dark è un progetto ardito e un po’ folle, costruito su accostamenti acrobatici. In questo strano viaggio, la musica di un genio ipersensibile come Robert Schumann può ritrovarsi fianco a fianco con uno Spiritual nero, figlio di sudore e dolore, mentre, poco più in là, Astor Piazzolla ci avvolge nella sua sinuosa nostalgia e, da dietro l’angolo, arriva perfino qualche nota swing. Sì, perché, nonostante la diversità di linguaggi e stili, stiamo pur sempre parlando di “canzoni d’amore”. Istintive come i corsi dei torrenti, fragili, eppure più forti del tempo, queste “canzoni” possono bisbigliare qualcosa alla parte più segreta di noi. E regalarci una goccia di gentilezza. Che non è poco, di questi tempi.
Sugli artsiti:
Lorenzo Montanaro: votato a un perpetuo pendolarismo tra musica e parole, ha studiato violoncello al Conservatorio e giornalismo all’Università. La sua vita è la ricerca del punto di equilibrio, dell’istante di meraviglia che a volte, a sorpresa, si affaccia tra le pieghe del quotidiano. Da ragazzo sognava di imbarcarsi su una nave e girare il mondo suonando. Quel sogno è sempre lì, anche se, col tempo, la nave è diventata più un ideale che un mezzo fisico.
Luigi Mariani: pianista, direttore d’orchestra, insegnante di Conservatorio, allergico a graminacee e compromessi, nomade d’animo, ha girato mezza Europa e ora vive tra Torino, Bolzano e la Sicilia, là dove lo portano progetti e affetti, nella ricerca di un habitat in cui stare e di energia buona da respirare. Ma forse la sua unica casa, la sola in cui abbia veramente messo radici, è una stanza fatta di suoni.