Into the Wilde
Debutto nazionale, produzione Teatro della Caduta
Marco Bianchini
di e con Marco Bianchini
drammaturgia Gianmarco Busetto e Marco Duse
regia Gianmarco Busetto
regia multimediale Marco Duse
disegno luci Fabio Bonfanti
produzione Teatro della Caduta
con il sostegno di Farmacia Zooè
Negli ultimi mesi di detenzione al carcere di Reading, Oscar Wilde scrive al suo amico Bosie – Lord Alfred Douglas – una lunga lettera in cui ripercorre le tappe della “malaugurata e deprecabile amicizia” che lo ha condotto alla rovina. Si tratta del De Profundis, considerato la più lunga lettera d’amore mai scritta. Ma siamo davvero sicuri che sia una lettera d’amore? A partire da questa domanda ha inizio un’indagine sulle ragioni che hanno portato Wilde a scrivere la famigerata Epistula: In Carcere et Vinculus. Lo spettatore viene guidato attraverso i momenti salienti della relazione tra il celebre scrittore e il giovane lord, dal primo incontro fino al processo e all’incarcerazione per sodomia e gravi indecenze.
Into the Wilde è uno spettacolo costruito su una drammaturgia originale che gioca su diversi piani narrativi, sull’alternanza tra registri alti e bassi e sull’utilizzo di diversi linguaggi, intrecciando il racconto storico con suggestioni provenienti dalla cultura pop, per approdare a una riflessione sulla passione sottomessa alla ragione e su ciò che accade quando la tensione verso l’assoluto viene soffocata.
Into the Wilde si può definire un “monologo ipertestuale”, ovvero un racconto lineare effettuato in prima persona, in cui si innestano i collegamenti che emergono nel corso della narrazione. La scena è costituita da un tavolo ingombro di libri e oggetti, una videocamera e un fondale bianco, su cui vengono proiettate le riprese della videocamera; lo sfondo diventa di volta in volta scenografia, pannello esplicativo, schermo cinematografico. L’attore si muove su tre piani differenti, il dialogo con lo spettatore, l’interazione con la camera, la recitazione.