CONCENTRICA IN GIRO

3 MARZO 2023, S.M. D’OPAGLIO (NO)

h. 21:00

BIGLIETTI

Per maggiori informazioni scrivere a info@teatrodellacaduta.org

Ridotto per: under 25 studenti e universitari, over 65, AIACE, COOP, AiCS

Omaggio per: under 18, UICI

INFORMAZIONI

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PRENOTAZIONI

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PARTNER

Teatro delle Selve

 

Preferisco il rumore del mare

Premio Emergenze Artistiche Strabismi 2022
Menzione speciale giuria allievi scuole di teatro di Milano del Premio Pancirolli 2022
Finalista Premio L.A. Petroni 2021

Collettivo BALT

con Alessandro Balestrieri, Eleonora Paris
ideazione Francesco Altilio, Alessandro Balestrieri, Francesca Mignemi, Eleonora Paris
musiche originali di Francesco Altilio
con il sostegno di Teatro della Caduta, Matutateatro, Officine Papage e Residenza IDRA

CHE LAVORO VUOI FARE DA GRANDE?

Il lavoro fa parte del nostro immaginario fin da bambini, quando una delle prime domande era: “che lavoro vuoi fare da grande?”. Siamo cresciuti con la promessa di ottenere successo in proporzione al nostro impegno. Chi non sta nelle logiche dell’efficienza è destinato a vivere con una spada perennemente puntata sul capo, da se stesso in primis. Siamo noi gli ormai accertati datori di lavoro di noi stessi, stacanovisti e sempre pronti a sacrificarci per non mettere a repentaglio la riuscita della nostra performance. Il tempo della vita e il tempo del lavoro non sono più separati. Tutto è lavoro. Tutto andrà ad infoltire il nostro curriculum. Tutto è prestazione, uno strumento per ottenere un obiettivo, un mezzo per un fine. Noi stessi siamo strumenti per un fine: quale?

Il grande credo che ci unisce è la promessa che il lavoro ci renderà salvi, proteggendoci dal fallimento e dalla povertà. Ci comportiamo nei suoi confronti come i fedeli di fronte a Dio.

La felicità è rimandata al giorno in cui i nostri sforzi ci faranno assurgere alle vette del successo. Sacrifichiamo il tempo, offriamo la nostra persona, abbiamo fede nel fatto che il nostro impegno costruirà, pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, il nostro paradiso. Cerchiamo disperatamente attraverso il lavoro un modo per appartenere a qualcosa, per avere un ruolo, per essere visti e riconosciuti dalla società. Cerchiamo una via di fuga dall’incertezza, dalle domande senza risposta, dal vuoto, dal caos e dalla morte.

Preferisco il rumore del mare